Per il senatore del PD necessario pensare ad una modifica delle norme vigenti se queste presentano vincoli ed incoerenze
Meglio aspettare qualche giorno in più ma avere una guida dell’Agris in linea con le esigenze e le aspettative dell’agricoltura sarda. Per l’assessore Falchi la scelta deve cadere un su un manager in grado di reperire fondi e finanziamenti ma anche di orientarli adeguatamente guardando con attenzione all’innovazione e alla ricerca. Se per raggiungere questo obiettivo sarà necessario modificare le attuali normative vigenti è giusto intraprendere da subito questa strada.
L’ Agenzia AGRIS, è uno strumento molto importante per il rilancio dell’agricoltura in Sardegna. Le risorse che si stanno investendo per ricerca e innovazione in agricoltura a livello europeo, nazionale e regionale con i fondi del PSR giustificano l’ambizione dell’Assessore all’Agricoltura di dotare l’agenzia di un management in grado di sfruttare le occasioni che la congiuntura offre. Diamole dunque il tempo di chiudere la procedura in maniera tale da scegliere con cura la personalità più adatta a intercettare e spendere le risorse che saranno disponibili per supportare l’auspicato rilancio dell’agricoltura sarda. Stiamo parlando infatti di un settore che costituisce il pilastro con il quale vogliamo evitare il depopolamento delle nostre zone rurali.
Le norme vigenti, se interpretate in modo restrittivo e non conforme alla volontà del legislatore che le ha innovate durante la Giunta Soru, sembrano irrigidire i criteri di scelta per il ruolo e la funzione di direzione di Agris. In questo modo la scelta verrebbe indirizzata burocraticamente su una figura più assimilabile a quella di un direttore amministrativo piuttosto, come sarebbe necessario, ad una persona che abbia esperienza e competenza nel campo della ricerca. La volontà del legislatore era infatti che Agris potesse comportarsi nella ricerca in agricoltura come Sardegna Ricerche o il crs4 nella ricerca scientifica. In questo modo la scelta non viene assunta guardando esclusivamente nel rigido campo interno ai dirigenti della Regione, ma privilegiando, anche all’interno del sistema pubblico, la missione della ricerca.”
Le recenti polemiche vanno ricondotte ad una valutazione politica e ad una conseguente scelta legislativa. Le tre agenzie pensate dieci anni fa avevano un senso se considerate nella loro funzione e vocazione distinta. Se oggi venissero assimilate ad un modello unico gestionale, tanto varrebbe unificare in una unica entità, con direzioni interne per i pagamenti (Argea) e per la ricerca (Agris). Personalmente penso che almeno per la ricerca serva un modello distinto come per Il resto della ricerca scientifica.
Se la norma non è chiara su questo versante può essere il consiglio regionale a chiarirlo anche attraverso una rapida modifica legislativa che può essere inserita nella legge finanziaria in discussione adesso, considerando che il malfunzionamento del sistema delle agenzie costa alla Regione sia in qualità dei rapporti con lo Stato che per la perdita di risorse europee.
Un breve periodo di vacanza di Direzione, senza peraltro alcun rischio per le retribuzioni dei dipendenti come chiarito bene dall’Assessore, valgono l’importanza della posta in gioco.
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Concordo,
E una di quelle situazioni in cui vale il principio del “festina lente”.