Consegnate alla commissione le comunicazioni relative all’incidente avvenuto nel porto di Livorno e ricevute dal dicastero nel periodo del suo incarico.
“Piuttosto che riferire cose lontane nel tempo e legate solo ai miei ricordi era giusto che la commissione esaminasse i documenti che riguardavano le mie responsabilità in quel momento al ministero.” Così l’ex ministro degli interni Vincenzo Scotti sentito questa mattina dalla commissione d’inchiesta parlamentare sul disastro della Moby Prince. “La responsabilità dei soccorsi era in capo alla Marina Mercantile. La legge infatti attribuisce la direzione dei soccorsi al comandante del porto in caso di incendio o altro sinistro in mare. Ai vigili del fuoco competeva invece la direzione e la responsabilità tecnica dell’impiego dei mezzi e degli uomini. Il coordinamento degli ulteriori interventi è stato assunto invece dal prefetto di Livorno e riguardava tra le altre cose il recupero ed il riconoscimento delle salme.” Tra le comunicazioni che Scotti ha portato all’attenzione della commissione una in particolare riveste un particolare rilievo. Si tratta di quella inviata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, datata 22 gennaio 1992, timbrata come riservata nella quale si dice che dalle prime complesse indagini chimico fisico effettuate sul relitto della Moby Prince sono stati rinvenuti in un locale della nave tracce di esplosivo. Tritolo e Nitrato di ammonio trovati nella sala motori della Moby.
“Un fatto significativo – ha detto il Presidente della Commissione Silvio Lai – perché testimonia come sulla presenza dell’esplosivo a bordo esistano dunque documenti ufficiali del ministero e della Polizia. È evidente – ha concluso Lai – come a questo punto sia necessario acquisire tutta la documentazione e le comunicazioni riguardanti un filone di indagine che dovrà essere ulteriormente approfondito”.
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