Giovedì17 Dicembre la commissione d’inchiesta sulle cause del disastro della Moby Prince avvierà il suo percorso con l’audizione delle associazioni dei familiari delle vittime, guidate da Loris Rispoli e Luchino Chessa.
“Da quasi 25 anni chiedono di sapere quanto accaduto ai loro familiari quel tragico 10 Aprile del 1991. Ci sembra giusto che il nostro lavoro debba partire da loro.” Lo afferma il senatore Silvio Lai chiamato a presiedere la commissione parlamentare di inchiesta sul disastro del traghetto Moby Prince. La commissione si riunirà il prossimo 17 Dicembre a Roma e in quell’occasione saranno audite le associazioni dei rappresentanti dei familiari guidate da Loris Rispoli presidente dell’associazione “140” e Luchino Chessa presidente dell’associazione “10 Aprile”.
“Non è solo una forma di rispetto nei confronti di chi ha sofferto – prosegue Lai – ma riteniamo indispensabile cercare delle risposte partendo dalle domande, dalle parole e dalle attese di chi è stato tragicamente coinvolto in maniera diretta dal disastro della Moby Prince. Abbiamo un compito delicatissimo e intendiamo portarlo a termine nella maniera più completa ed efficace, cercando di portare alla luce quanto fino ad oggi non sia eventualmente emerso. Evidenziando, verificando ed analizzando ogni tipo di aspetto ed evento accaduto quella sera che possa contribuire a fare chiarezza. Voglio ricordare che l’istituzione di questa commissione, avvenuta all’unanimità e con il forte impegno del presidente del Senato Pietro Grasso, è stata tenacemente richiesta proprio dai familiari delle vittime e che in precedenza era stata svolta a livello parlamentare solamente un’indagine conoscitiva, nel 1999, in particolare “sulla sicurezza del trasporto marittimo e sulla vicenda del traghetto Moby Prince”.
La legge istitutiva approvata dal Senato prevede ampi poteri ma evidenzia con precisione alcuni dei compiti affidati alla commissione che dovrá:
- chiarire i tempi di sopravvivenza minimi e massimi delle vittime
- accertare le cause della collisione con la petroliera Agip Abruzzo
- verificare l’esatta posizione della petroliera e l’effettivo orientamento della prua
- verificare gli eventi che si verificarono a bordo della petroliera prima della collisione, e inoltre
- lo stato di efficienza delle dotazioni di sicurezza eventuali responsabilità per depistaggi e occultamento di elementi utili
- gli eventuali episodi di manomissione e le reali motivazioni che hanno portato alla conclusione delle indagini e al proscioglimento dell’armatore della Moby Prince
- il ruolo attivo e passivo delle navi ancorate in rada la notte della collisione. E per questo si potrà procedere con la richiesta formale di documentazione in possesso di organismi civili e militari, italiani e stranieri, anche di tipo video, fotografico o satellitare.
“Dunque un’indagine a tutto campo – conclude Lai – che potrà essere portata a termine senza limiti legati alla esigenza di non interferire con attività processuali in corso e con l’obiettivo fondamentale di dare una risposta ai tanti interrogativi rimasti fino ad oggi in sospeso.”
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