Imu terreni agricoli, necessario rivedere decisione inutilmente oppressiva per comuni e imprenditori

Sono molti i colleghi che in queste ore si sono attivati per chiedere al governo di rivedere la decisione sull’IMU dei terreni agricoli per i quali si prevede nuove modalità di applicazione per le esenzioni, che vengono sostanzialmente ridotte e la cui riscossione deve essere anticipata dai comuni.
La prossima pubblicazione del decreto ministeriale che modifica gli ambiti di applicazione dell’esenzione IMU per i terreni agricoli sta creando per questo comprensibile preoccupazione tra gli agricoltori ma anche tra gli amministratori locali.

Si tratta di una decisione che rischia di creare ripercussioni gravissime per tutto il comparto agricolo che vive già una situazione di grande difficoltà. Improvvisamente e con una norma che arriva a pochissimi giorni dalla scadenza del pagamento, si decide di applicare la tassa a utenti che fino ad oggi erano esentati. Questo non può che portare a conseguenze facilmente immaginabili.

A questo si aggiunge la legittima protesta di numerosissimi Sindaci che, ad assestamento di bilancio già effettuato, si trovano a dover far fronte a nuovi tagli, con il concreto rischio di sforare il patto di stabilità e con tutte le ulteriori conseguenze che ciò comporta. E per di più con una modalità per la quale i comuni dovrebbero trasferire allo Stato anche le risorse che non riescono a recuperare dai propri cittadini.

Ci sono poi ulteriori aspetti che destano non poca perplessità. Appare, infatti, bizzarro che si sia scelto come indicatore dell’altitudine del Comune il luogo nel quale è dislocato il municipio. Questo fa sì che terreni agricoli posti al di sopra dell’altitudine che consente l’esenzione IMU siano comunque tassabili poiché ricadenti in un Comune che ha il municipio al di sotto dell’altitudine fissata come limite. È solo uno degli esempi che rendono questo decreto discutibile.

Non si può non evidenziare, inoltre, come la scelta di emanare tale provvedimento a pochi giorni dalla scadenza del pagamento rende la situazione ancora più problematica e confusa. Oltre a tutti gli aspetti già evidenziati si corre infatti il rischio più che concreto di ricorsi alla corte costituzionale da parte delle associazioni degli enti locali e dei consumatori, per evidente violazione dello statuto del contribuente.

Occorre fermarsi con le decisioni dell’ultimo minuto, soprattutto se sono sbagliate, ridare serenità a tanti contribuenti e a tanti amministratori che per l’ennesima volta si troverebbero a dover far fronte ad un vera e propria emergenza economica e sociale.
Questo abbiamo scritto con alcuni colleghi parlamentari sardi del Pd al ministro dell’economia e al presidente Renzi e interpretando il sentimento di tanti amministratori locali e le preoccupazioni di tanti agricoltori chiedendo un cambiamento che se non arriverà dal Governo dovrà arrivare nella discussione della legge di stabilità.



Categorie:Diario

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1 reply

  1. La classe politica locale dovrebbe cercare di essere più decisa su questo argomento. E’ il tema del futuro, sopratutto in Sardegna: senza Comuni con capacità di spesa e di azione l’interno dell’Isola rischia di morire per asfissia. Sarebbe la morte dell’intera Sardegna, di un immenso patrimonio naturalistico, archeologico e, naturalmente, culturale-immateriale. Le città sarde rimarrebbero senza anima e senza prolungamento, un immenso deserto. Oltretutto, in questo preciso momento, i Sindaci sono l’ultimo baluardo a difesa del mondo istituzionale e, allo stesso tempo, del cittadino. Non capirlo, da classe dirigente locale, vorrebbe dire essere semplicemente miopi e personalmente avidi. Per cui, consapevole del fatto che non sarà affatto semplice, Le auguro comunque buon lavoro. Una diversa maturità della classe politica locale in quota Pd potrebbe fare la differenza.

    http://robertocarta.wordpress.com/2014/12/03/la-vera-storia-dello-stato-prevaricatore-e-dei-comuni-vittime-sacrificali/

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