Vaccini aviaria e Lingua Blu, ministro restituisca credibilità a istituzioni coinvolte, Sardegna colga l’occasione per aprire porte e finestre

Le motivazioni che hanno indotto il pubblico ministero a decidere il rinvio a giudizio di 41 persone tra cui il segretario generale del ministero della sanità e punto di riferimento in Italia per la sanità animale lasciano increduli, per il quadro emergente che, se confermato, per il merito e per il largo coinvolgimento che si presume, tra sistemi istituzionali e ditte farmaceutiche, sarebbe da film dell’orrore.
Al di la dei tempi della giustizia che devono essere rapidi e fare chiarezza, la priorità assoluta é restituire credibilità alle istituzioni e agli enti scientifici, altrimenti non sarà possibile porre in essere azioni su tutti gli altri fronti delle emergenze sanitarie, in particolare quelle animali.
Il ministro delle sanità Lorenzin non può esimersi dal fare immediata chiarezza e creare le condizioni perché si possa giungere alla verifica rapida responsabilità di una vicenda che, stando alle rivelazioni del dirigente di una ditta farmaceutica, ha portato in Italia una grave infezione virale e ha creato le condizioni perché per un’altra, la blue tongue, concentrata nelle aree di allevamento ovicaprino, ne fosse impedita la guarigione.
Questo va fatto non solo tenendo conto del passato, quanto del presente, dato che l’emergenza peste suina é diventata un problema nazionale, di cui si sta occupando il Parlamento oltre che il governo, e non possiamo presentarci in condizioni di fiducia dimezzata se vogliamo mantenere la condizione di attori principali in Europa.

La storia va ricordata brevemente: negli anni 2006-2009 nel Paese si sono diffuse alcune patologie animali, che hanno creato preoccupazione anche per la salute umana, tra queste l’aviaria e la “lingua blu.
La procura di Roma aveva avviato un’indagine sulla base di segnalazioni delle autorità Usa e delle ammissioni di un dirigente della ditta Merial Italia, il quale aveva riferito di aver introdotto illecitamente il virus dell’aviaria nel nostro Paese e che l’inchiesta ha riguardato due distinti filoni: Lingua Blu e Aviaria, per i quali si ipotizza la di diffusione di una malattia degli animali e aver disposto “l’impiego per la campagna vaccinale contro la Blue-tongue 2003-2004” del vaccino da un’azienda sudafricana “omettendo di disporre la prevista sperimentazione del suddetto vaccino” cagionando “la diffusione in gran parte degli allevamenti italiani del virus della blue-tongue provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale”;
Il secondo filone di indagine avrebbe consentito di accertare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata all’utilizzazione di “virus altamente patogeni dell’influenza aviaria, del tipo H9 ed H7N3, di provenienza illecita al fine di produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali ad uso veterinario procedendo successivamente, sempre in forma illecita, alla loro commercializzazione e somministrazione agli animali avicoli di allevamenti intensivi”.
Le indagini sono state concluse con il rinvio a giudizio di alcuni dirigenti del Ministero della Salute e di ricercatori e dirigenti di istituti zooprofilattici presumendo i reati di corruzione, insieme con quelli di rivelazione del segreto d’ufficio e di falsità ideologica, legati alle campagne contro la “blue-tongue”, nel periodo 2006-2009, che avrebbe favorito la Merial Italia, anche con false attestazioni, attraverso la vendita di “ingenti quantitativi di vaccino non necessari al fabbisogno nazionale, ed in particolare della Regione Sardegna” come si legge nel provvedimento giudiziario.
Già da anni tra i pastori in Sardegna serpeggiava il sospetto che i vaccini contribuissero a favorire la moria del bestiame. Anche tra i ricercatori si era diffuso il sospetto che un farmaco, vecchio del 1947, che non avrebbe mai superato collaudi e controlli di sicurezza in Europa, aveva superato quelli dell’Istituto zooprofilattico di Teramo, centro di riferimento per le malattie esotiche, a cui nel 2002 l’allora ministro della Salute, Girolamo Sirchia, aveva affidato le indagini, lo stesso istituto che poi avrebbe vinto la gara per l’importazione dei vaccini

La situazione odierna è delicata. Tra coloro che sono rinviati a giudizio ci sono gli attuali vertici del ministero e della direzione della sanità animale, allora vertici della sanità animale al ministero e dell’IZS di Teramo.
Le patologie animali sono sotto il controllo europeo e in queste settimane si stanno valutando, anche nel Parlamento, gli interventi su una patologia animale che pone a rischio la salute del patrimonio suino in Sardegna e la esportazione dei prodotti di derivazione suina di tutta Italia.
Le associazioni di rappresentanza hanno annunciato la decisione di costituirsi parte civile e hanno invitato la Regione Sardegna a farlo, chiedendo “pene severe per quelli che potrebbero risultare eventuali responsabili di questo massacro sia produttivo che economico per la Sardegna” e hanno denunciato che i pastori dal 2000 hanno subito centinaia di migliaia di perdite di capi, centinaia di milioni di euro di perdita di reddito e hanno dovuto sottostare all’obbligo di vaccinazioni che in alcuni casi si sono rivelate letali”.
In questo contesto la priorità assoluta è restituire credibilità alle istituzioni e agli enti scientifici, senza la quale non sarà possibile porre in essere azioni su tutti gli altri fronti delle emergenze sanitarie, e non è rimandabile un rapido intervento perché chi guida le attuali istituzioni preposte alla profilassi veterinaria, a livello nazionale e regionale, metta a disposizione il suo mandato e si possano rapidamente verificare sino in fondo le condizioni per una nuova ripartenza.

Io credo che il ministro della salute debba procedere rapidamente con l’avvio di indagini interne per una immediata verifica degli atti, quanto della possibilità che ci possa essere un intervento sugli stessi atti da parte di coloro per i quali la magistratura inquirente ha valutato la necessità di un rinvio a giudizio. Occorre un intervento anche per mettere nelle condizioni i dirigenti chiamati in causa di difendersi nel merito senza che possano essere ostacolati dall’esercizio delle proprie responsabilità, permanendo negli stessi incarichi.
In secondo luogo il Governo deve porre in essere azioni chiare perché episodi di questo genere non possano più ripetersi, evitando il corto circuito tra soggetti controllori e controllati, quanto legati alla eccessiva permanenza nel sistema degli stessi soggetti.
E infine il Governo deve porre in essere iniziative per il risarcimento del sistema di allevamento in Sardegna che ha subito i maggiori danni dalla vicenda di possibile corruzione e truffa

Le conseguenze sull’economia e sulla salute nelle regioni, in particolare in Sardegna, vanno oltre i dati strettamente economici.
In Sardegna soprattutto perché è anche il sistema regionale, negli anni scorsi di stretta derivazione rispetto a quello nazionale posto in discussione con questa indagine, ad aver perso credibilità. Non è rimandabile un rapido intervento perché chi guida le attuali istituzioni preposte alla profilassi veterinaria in Sardegna metta a disposizione il suo mandato e si possano rapidamente verificare sino in fondo le condizioni per una nuova ripartenza, per aprire porte e finestre.



Categorie:Diario, In Sardegna, Salute e sociale

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