Nella sua lunga nota di “investitura” di Cappellacci come candidato alla presidenza per Forza Italia, Berlusconi ripete un copione visto pure troppo spesso negli ultimi venti anni, in Sardegna come nel resto del Paese. Bugie, che anche se ripetute come mantra, tali restano. Come per l’operazione di ritorno al passato messa in piedi con la nuova/vecchia Forza Italia, il decaduto senatore a seguito di condanna passata in giudicato, pensa basti mettere il rewind e ripetere slogan, promesse, bugie di cinque anni fa. Non funziona: vada nel Nord Sardegna a verificare se, come più volte da lui dichiarato da premier, la Sassari-Olbia è completata. Vada nel Sulcis dagli operai Eurallumina che ancora attendono l’intervento di Putin sulla Rusal. Prenda una nave della nuova Tirrenia o provi a prenotare un volo per Fertilia e ci dica come sta funzionando la continuità territoriale aerea e marittima del suo ritrovato figliol prodigo. Nel suo lungo discorso di investitura di Cappellacci, a Berlusconi o al suo ghost writer scappano numeri da circo, da far ridere se non fosse tragico vantarsi in questo momento di centinaia di interventi infrastrutturali, di cui forse solo i sardi non si sono accorti! Le province, poi, non solo non sono state cancellate dal centrodestra sardo, ma continuano ad essere finanziate, così come si attende ancora la riforma strombazzata per cancellare cda ed enti strumentai. Quanto all’Irap, la proposta di riduzione non nasce certamente da Cappellacci nè dalla sua Giunta, ma dai consiglieri regionali del Partito democratico: è agli atti del Consiglio regionale. Ogni tanto anche un venditore di fumo dovrebbe provare a dire qualcosa di verosimile, se non proprio il vero.
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