Saggissima decisione dell’alta corte italiana: cancella chirurgicamente, cancella dal tavolo ogni ostacolo a costruire, responsabilizza, senza umiliarle, le forze politiche. Banale l’idea di considerare conseguentemente illegittimo il Parlamento e tutte le sue decisioni, anche chi dovrebbe scioglierlo è frutto del suo voto. Certo non si può andare all’infinito, l’appuntamento necessario per il semestre europeo e la sfida economica e sociale di cui l’Italia sarà protagonista è anche il limite massimo per riforme e legge elettorale.
La sentenza della corte costituzionale costringe le forze politiche, e le loro correnti interne ad uscire da una gestione radicale o tattica ai fini interni della vicenda della legge elettorale.
Costringe Grillo ad uscire dalla difesa del porcellum, pur dichiarando il contrario, se vuole davvero rendere produttivo il capitale di consenso che ha, costringe il Pd a fare i conti con il fatto che non è maggioranza nel Paese e in Parlamento e quindi a trovare un accordo con qualcun altro per cambiare la legge e rendere rigovernabile il Paese, oppure a non demonizzare i governi di coalizione. Costringe anche La destra ad alzare l’asticella dei propri obiettivi per non spingere Grillo eil Pd ad un matrimonio sulle riforme.
Costringe tutti a prendere atto che in questo Parlamento, ma anche in un nuovo parlamento eletto con il proporzionale, per fare la legge elettorale e le riforme, è essenziale la cooperazione tra diversi, anche se è più difficile spiegarlo ai propri elettori piuttosto che seguirne o assecondarne gli istinti radicali.
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