Sardegna, gli impianti essenziali al Senato
Interrogazione PD a Mse e Minambiente: “Sapei serve a sicurezza rete?”. Intanto Ottana tenta (con difficoltà) la via del carbone, di C.M.
Roma 4 luglio 2013 – Approda al Senato il caso della moltiplicazione degli impianti essenziali in Sardegna (QE 28/6). Mentre uno di questi, quello da 140 MW di Ottana Energia, tenta la via della conversione a carbone. Incontrando però le solite difficoltà.
Un gruppo di quattro senatori sardi capitanati da Bachisio Silvio Lai ha presentato lo scorso 2 luglio un’interrogazione a Minambiente e Mse (disponibile sul sito di QE) per chiedere come mai la procedura del “must run” per le centrali dell’isola si sia intensificata malgrado la realizzazione del cavo Sapei.
Nel dettaglio, i senatori chiedono se “ai ministri in indirizzo risulti quali siano i reali benefici, non solo in termini di allineamento prezzi, ma soprattutto in termini di sicurezza di rete che sono derivati dall’entrata in esercizio commerciale del Sapei”. Ai ministri si chiede poi se “risultino concrete azioni messe in campo da Terna a partire dal 2011 per evitare il ricorso agli impianti inquinanti”. L’interrogazione fa poi riferimento al recente ordine ad Ansaldo per “l’installazione a Codrongianus di due compensatori sincroni da 250 MVA ciascuno, in grado di risolvere il deficit di potenza di corto circuito”, chiedendo “per quale ragione in fase progettuale e di verifica finale (analisi di comportamento dinamico della rete) del Sapei non sia stata prevista una tale esigenza”.
I senatori chiedono poi “come possa essere possibile che Terna abbia proprio in questi giorni, per l’ennesima volta, chiesto al prefetto di Sassari un’ulteriore proroga per le ore di funzionamento degli ormai vecchi e molto inquinanti gruppi ad olio” dell’impianto di Fiumesanto (QE 24/6).
Infine “quali azioni i ministri intendano porre in essere per scongiurare l’ulteriore esercizio degli impianti ad olio di E.ON in deroga ai limiti emissivi imposti dalle leggi vigenti”.
Come detto, un altro impianto essenziale, quello di Ottana Energia, tenta ora la via del carbone. “Abbiamo appena avviato l’iter per la Via – spiega a QE il numero uno della società, Paolo Clivati – e contemporaneamente fatto partire un consultazione con gli enti e le popolazioni locali. L’idea è di realizzare un piccolo impianto da 30 MW destinato principalmente all’autoconsumo, in luogo degli attuali due gruppi a olio combustibile da 70 MW ciascuno. Il tutto come alternativa alla realizzazione di un ciclo combinato, visto che il progetto del gasdotto Galsi sembra bloccato. Abbiamo incontrato qualche opposizione, ma siamo fiduciosi. Certo, è un po’ paradossale che da una parte si prema su E.ON affinché converta a carbone gli impianti o.c. di Fiumesanto e dall’altra si tenti di bloccare il nostro progetto”.
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